Su un triclinio fatiscente
adagiato
danza al ritmo
dei sospiri dell'aria.
Il bianco s'infuoca
al dialogar col sole
che balzando dalla finestra,
riscalda le ispirazioni.
Amico mio,
sei per me la più viva
tra le cose inerti;
placenta delle mie idee;
esile ponticello tra vette solitarie.
Possa tu
raccontar di me
ciò che la mia bocca non osa.
Mi riprometto
nelle azioni
di somigliarti.
Come per tradizione zen
il cerchio:
perennemente vuoto,
perché sempre pronto
a esser riempito.
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