Il celato osservarti ricordo,
adeguatamente filtrata
dall'appannamento dei vetri,
come mobile figura
d'una veduta impressionista.
Il me nei tuoi sensi cristallizzato
è tra tutti
il più saliente,
poiché nelle azioni
il più irripetibile.
Quel me espirante
che i suoi occhi sfidò
lanciandosi tremante
tra le fauci
del mondo grande e terribile
e ancora in volo comprese
che la metodica volontà
di evitar nell'esistenza
ogni fatica
era il peso estremo
che trascinava con sé.
Sappi dunque
o Diva
che al termine di questo giorno,
al quale vento e pioggia e grandine
hanno infine
concesso armistizio,
il tuo volto
è venuto a farmi visita
e, come un aedo,
sommamente ha cantato
del tempo in cui fummo,
finanche risvegliando
la memoria degli odori;
come supponeva,
domandai che restasse.
Come presagivo,
rispose di non potere.
Oh mente mia,
lascia che vada!
Ché ben sai
che certe repentine rimembranze
somigliano alla sosta del viandante:
la quale mai si muta
in definitiva permenanza.
Agile
un ghigno ha buon gioco
nell'eluder la mia coscienza
che, svagata sentinella,
tardi se ne ravvede.
Ma poco male:
è ormai prossimo il dormiveglia.
e leggo di quel "te" che poco conosco...complimenti. antonella
RispondiEliminaGrazie mille Antonella!
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