martedì 1 novembre 2011

Prima del dormiveglia



Il celato osservarti ricordo,
adeguatamente filtrata
dall'appannamento dei vetri,
come mobile figura

d'una veduta impressionista.
Il me nei tuoi sensi cristallizzato
è tra tutti
il più saliente,

poiché nelle azioni
il più irripetibile.
Quel me espirante
che i suoi occhi sfidò

lanciandosi tremante
tra le fauci
del mondo grande e terribile
e ancora in volo comprese

che la metodica volontà
di evitar nell'esistenza
ogni fatica
era il peso estremo

che trascinava con sé.
Sappi dunque
o Diva
che al termine di questo giorno,

al quale vento e pioggia e grandine
hanno infine
concesso armistizio,
il tuo volto

è venuto a farmi visita
e, come un aedo,
sommamente ha cantato
del tempo in cui fummo,

finanche risvegliando
la memoria degli odori;
come supponeva,
domandai che restasse.

Come presagivo,
rispose di non potere.
Oh mente mia,
lascia che vada!

Ché ben sai
che certe repentine rimembranze
somigliano alla sosta del viandante:
la quale mai si muta

in definitiva permenanza.
Agile
un ghigno ha buon gioco
nell'eluder la mia coscienza

che, svagata sentinella,
tardi se ne ravvede.
Ma poco male:
è ormai prossimo il dormiveglia.

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