mercoledì 29 dicembre 2010

Incubi d'un impiegato di banca


“Fissando un neon agonizzante oltre la vetrata, emetto un sordo colpo di tosse e ingoio inquietudine. Respiro l'aria mefitica del suo spoglio ufficio. Siedo scomodamente sulla sua stupida sedia minimale, e quando i miei occhi incontrano la grigia scrivania schifosamente formale dietro la quale siede, lo stomaco mi si contorce. Vorrei dirgliene di cose che solo Dio sa, ma farlo sarebbe controproducente per la mia ulcera. L'opprimente frastuono del pendolo dell'orologio che torreggia alle mie spalle m'impone di allontanare ogni remora.

giovedì 9 dicembre 2010

Nummeri (Trilussa, 1944)





Conterò poco, è vero:
- diceva l'Uno ar Zero -
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.