mercoledì 24 novembre 2010

Fast Tourism e Openbus a Roma


Durante una lezione del prof. Armando Montanari, docente di Scienze Turistiche all'Universita La Sapienza, è emerso un aspetto molto interessante e controverso della città di Roma: gli Openbus. Non che questi siano prerogativa della sola città eterna, anzi, ma è in essa che rappresentano (colpevolmente) un ulteriore intralcio alla già problematica mobilità del suo centro storico. Inoltre, in almeno un caso, vi è più di una perplessità riguardante l'assenza di concessioni da parte del comune per esercitare sul territorio.

In generale, gli openbus si inquadrano nella logica moderna del Fast Tourism, ossia quel tipo di turismo in ascesa che punta a visitare il maggior numero di attrazioni nel più breve tempo possibile: "... questa folla crescente attraversa rapidamente le sale e le gallerie strettamente necessarie per raggiungere la Cappella Sistina e, poi, dopo poco più di un'ora, esce per continuare nella stessa giornata con la Basilica di San Pietro, il Colosseo e i Fori, per finire in una spruzzatina di Piazza di Spagna e di Piazza Navona. Lungo questo percorso del fast tourism sono in atto continui cambiamenti: alla fast culture si collega bene il fast food, il fast shopping e il fast tutto" (Armando Montanari, Turismo urbano).
Nel corso della suddetta lezione sono state mostrate alcune slides che fotografano la situazione attuale nella città capitolina: vi sono 8 compagnie che si fanno concorrenza per mostrare sommariamente un numero elevato di ricchezze storico-artistiche.
 
 

La compagnia maggiormente presente è, come si può leggere, la TrambusOpen. Questa società è del Comune di Roma, ed è gestita da Trambus s.p.a. e Les Cars Rouges, di Parigi. Ha due linee: 110 Open, con 16 bus (che diventano 12 in bassa stagione), e  Archeobus, 4 bus (3 in bassa stagione). Ogni operator ha inoltre arbitrariamente aumentato, per lo più nelle vicinanze delle fermate dei normali mezzi pubblici, i punti di sosta compresi inizialmente nel proprio tragitto, inflazionando la circolazione. Nella tabella precedente, una curiosa anomalia è rappresentata dall'Opera Romana Pellegrinaggi (ORP), che gestisce gli openbus Roma Cristiana ma che non è in possesso di una regolare licenza.


Essendo quindi autoclassificatisi come "missione pastorale" prevista dal Concordato, gli openbus di Roma Cristiana vengono esentati da qualsiasi tipo di autorizzazione comunale. Sta di fatto che il servizio che l'ORP offre ai suoi "pellegrini" è della stessa tipologia di quello offerto ai turisti dalle altre sette società.

Ma l'eccezione romana salta all'occhio soprattutto nel momento in cui questi dati vengono comparati con il numero attuale di openbus presenti nelle altre grandi capitali europee:


Due a Parigi, una a Madrid e due a Londra. Ad ogni modo, ultimamente qualcosa si è mosso: è stata recentemente approvata un'ordinanza che riduce nella Ztl le fermate di openbus da 41 a 14.


sabato 6 novembre 2010

La barca dei sogni


Piramide di Maslow

Nell'ambito della psicologia e del marketing (ma non solamente) la Piramide di Maslow è stata, ed è spesso ancora oggi, un punto di riferimento, ancorché criticata per l'eccessiva sinteticità. Si tratta di una gerarchia dei bisogni umani ideata dallo psicologo americano Abraham Maslow. Ora, una società che può garantire alle proprie individualità una completa soddisfazione dei primi due stadi che sono alla base di tale piramide e un'elevata percentuale di appagamento dei bisogni presenti negli altri tre, difficilmente è stimolata a comprendere le problematiche di quei soggetti appartenenti a società che, al contrario, non sono in grado di assicurare nemmeno le necessità primarie. Cio è ovviamente una conseguenza del macroscopico disequilibrio socioeconomico mondiale. Se ci si è lasciati alle spalle da tempo il concetto di una colonizzazione esplicita come portatrice di prestigio al colonizzante, la cinica volontà di sfruttamento del colonizzato non è mai cessata. Solo non è più esplicita. E nemmeno sempre.
Come possiamo, quindi, capire davvero il senso di un'opera come questa qui sotto?



Si chiama Dream ed è dell'artista Romuald Hazoumé, africano del Benin. Una piroga malridotta di dimensioni reali, fatta con taniche di benzina tagliate a metà e quattro grossi contenitori di vetro sistemati a mo' di boe, si staglia su una gigantografia di una costa africana. Una scritta in terra apre l'opera: «Damned if they leave and damned if they stay: better, at least, to have gone, and be doomed in the boat of their dreams» (Dannati se partono e dannati se restano; e allora meglio essersene andati, in balia del destino nella barca dei sogni). Tutta l'installazione è un richiamo alle condizioni precarie a cui si affida la migrazione attuale dei disperati africani. E ha una sua storia.
Nella puntata del sempre interessante Passepartout andata in onda il 31 ottobre 2010 su Raitre, il conduttore e critico d'arte Philippe Daverio, intervista brevemente Hazoumé:
«Tutta la famiglia è d'accordo affinché uno solo parta per aiutare gli altri. Immaginano cosa è successo, ma non ne sono sicuri; restano nel dubbio. Non sanno se è morto. Il battello che parte è così pieno di buchi che non andrà lontano. Nelle testimonianze raccolte, ciascuno racconta ciò che più sente di dire prima di morire; qualcuno diceva: "mia madre ha venduto tutti i suoi gioelli... mia zia e mio zio hanno venduto tutto... ed eccomi, ecco l'ultima piroga che abbiamo per vivere, ci ha appena abbandonati... vi prego, non lasciate altri andare in Europa". Queste testimonianze sono lasciate nelle quattro bottiglie che formano le boe della piroga. E sarà l'ultimo passeggero vivente che taglierà le quattro boe affinché, delle quattro, almeno una ritorni sulle coste africane».

Ogni tipo di arte umana conserva a prescindere un grande valore intrinseco, ma l'arte di colui che conosce e racconta la sofferenza è più profondamente autentica. Siamo stati anche noi artisti profondamente autentici.


venerdì 5 novembre 2010

LINEAGIALLA - racconti in fila


DAL 3-11-2010 IN TUTTE LE LIBRERIE A SOLI 3 EURO!!!


Da http://www.80144edizioni.it/

Lineagialla – racconti in fila è il nostro nuovo progetto editoriale ideato e sviluppato per tenervi compagnia durante le attese alle poste, in banca, in ambulatorio...
Uno speciale distillato delle centinaia di storie vere o immaginate che riceviamo ogni mese. Soltanto le migliori, in questa antologia di racconti da portarvi appresso ovunque ci sarà da aspettare qualcosa o qualcuno.
Dietro il pretesto giocoso del titolo, è nascosto l’obiettivo che da sempre contraddistingue la nostra casa editrice: quello di scoprire, formare e lanciare nuovi talenti della narrativa italiana. La vostra nuova palestra sarà quindi quella della Lineagialla. Ogni volume della collana conterrà dai sei agli otto racconti di scrittori emergenti, talvolta affiancati da scrittori già affermati in qualità di ospiti.


Aiutateci a diffondere la convinzione che la maniera più gradevole e utile di ingannare il tempo è leggere.

Gli autori del Volume 1
Luisa Sagripanti, Simona De Marchis, Tommaso Rooms, Stefania Bogo, Marcello Nardo, Federico Fascetti

giovedì 4 novembre 2010

Il sogno degli italiani


"I più pericolosi nemici d'Italia non sono gli Austriaci, sono gl'Italiani" Massimo D'Azeglio