mercoledì 29 dicembre 2010

Incubi d'un impiegato di banca


“Fissando un neon agonizzante oltre la vetrata, emetto un sordo colpo di tosse e ingoio inquietudine. Respiro l'aria mefitica del suo spoglio ufficio. Siedo scomodamente sulla sua stupida sedia minimale, e quando i miei occhi incontrano la grigia scrivania schifosamente formale dietro la quale siede, lo stomaco mi si contorce. Vorrei dirgliene di cose che solo Dio sa, ma farlo sarebbe controproducente per la mia ulcera. L'opprimente frastuono del pendolo dell'orologio che torreggia alle mie spalle m'impone di allontanare ogni remora.

giovedì 9 dicembre 2010

Nummeri (Trilussa, 1944)





Conterò poco, è vero:
- diceva l'Uno ar Zero -
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l'azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
lo, invece, se me metto a capofila
de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so' li zeri che je vanno appresso.

mercoledì 24 novembre 2010

Fast Tourism e Openbus a Roma


Durante una lezione del prof. Armando Montanari, docente di Scienze Turistiche all'Universita La Sapienza, è emerso un aspetto molto interessante e controverso della città di Roma: gli Openbus. Non che questi siano prerogativa della sola città eterna, anzi, ma è in essa che rappresentano (colpevolmente) un ulteriore intralcio alla già problematica mobilità del suo centro storico. Inoltre, in almeno un caso, vi è più di una perplessità riguardante l'assenza di concessioni da parte del comune per esercitare sul territorio.

In generale, gli openbus si inquadrano nella logica moderna del Fast Tourism, ossia quel tipo di turismo in ascesa che punta a visitare il maggior numero di attrazioni nel più breve tempo possibile: "... questa folla crescente attraversa rapidamente le sale e le gallerie strettamente necessarie per raggiungere la Cappella Sistina e, poi, dopo poco più di un'ora, esce per continuare nella stessa giornata con la Basilica di San Pietro, il Colosseo e i Fori, per finire in una spruzzatina di Piazza di Spagna e di Piazza Navona. Lungo questo percorso del fast tourism sono in atto continui cambiamenti: alla fast culture si collega bene il fast food, il fast shopping e il fast tutto" (Armando Montanari, Turismo urbano).
Nel corso della suddetta lezione sono state mostrate alcune slides che fotografano la situazione attuale nella città capitolina: vi sono 8 compagnie che si fanno concorrenza per mostrare sommariamente un numero elevato di ricchezze storico-artistiche.
 
 

La compagnia maggiormente presente è, come si può leggere, la TrambusOpen. Questa società è del Comune di Roma, ed è gestita da Trambus s.p.a. e Les Cars Rouges, di Parigi. Ha due linee: 110 Open, con 16 bus (che diventano 12 in bassa stagione), e  Archeobus, 4 bus (3 in bassa stagione). Ogni operator ha inoltre arbitrariamente aumentato, per lo più nelle vicinanze delle fermate dei normali mezzi pubblici, i punti di sosta compresi inizialmente nel proprio tragitto, inflazionando la circolazione. Nella tabella precedente, una curiosa anomalia è rappresentata dall'Opera Romana Pellegrinaggi (ORP), che gestisce gli openbus Roma Cristiana ma che non è in possesso di una regolare licenza.


Essendo quindi autoclassificatisi come "missione pastorale" prevista dal Concordato, gli openbus di Roma Cristiana vengono esentati da qualsiasi tipo di autorizzazione comunale. Sta di fatto che il servizio che l'ORP offre ai suoi "pellegrini" è della stessa tipologia di quello offerto ai turisti dalle altre sette società.

Ma l'eccezione romana salta all'occhio soprattutto nel momento in cui questi dati vengono comparati con il numero attuale di openbus presenti nelle altre grandi capitali europee:


Due a Parigi, una a Madrid e due a Londra. Ad ogni modo, ultimamente qualcosa si è mosso: è stata recentemente approvata un'ordinanza che riduce nella Ztl le fermate di openbus da 41 a 14.


sabato 6 novembre 2010

La barca dei sogni


Piramide di Maslow

Nell'ambito della psicologia e del marketing (ma non solamente) la Piramide di Maslow è stata, ed è spesso ancora oggi, un punto di riferimento, ancorché criticata per l'eccessiva sinteticità. Si tratta di una gerarchia dei bisogni umani ideata dallo psicologo americano Abraham Maslow. Ora, una società che può garantire alle proprie individualità una completa soddisfazione dei primi due stadi che sono alla base di tale piramide e un'elevata percentuale di appagamento dei bisogni presenti negli altri tre, difficilmente è stimolata a comprendere le problematiche di quei soggetti appartenenti a società che, al contrario, non sono in grado di assicurare nemmeno le necessità primarie. Cio è ovviamente una conseguenza del macroscopico disequilibrio socioeconomico mondiale. Se ci si è lasciati alle spalle da tempo il concetto di una colonizzazione esplicita come portatrice di prestigio al colonizzante, la cinica volontà di sfruttamento del colonizzato non è mai cessata. Solo non è più esplicita. E nemmeno sempre.
Come possiamo, quindi, capire davvero il senso di un'opera come questa qui sotto?



Si chiama Dream ed è dell'artista Romuald Hazoumé, africano del Benin. Una piroga malridotta di dimensioni reali, fatta con taniche di benzina tagliate a metà e quattro grossi contenitori di vetro sistemati a mo' di boe, si staglia su una gigantografia di una costa africana. Una scritta in terra apre l'opera: «Damned if they leave and damned if they stay: better, at least, to have gone, and be doomed in the boat of their dreams» (Dannati se partono e dannati se restano; e allora meglio essersene andati, in balia del destino nella barca dei sogni). Tutta l'installazione è un richiamo alle condizioni precarie a cui si affida la migrazione attuale dei disperati africani. E ha una sua storia.
Nella puntata del sempre interessante Passepartout andata in onda il 31 ottobre 2010 su Raitre, il conduttore e critico d'arte Philippe Daverio, intervista brevemente Hazoumé:
«Tutta la famiglia è d'accordo affinché uno solo parta per aiutare gli altri. Immaginano cosa è successo, ma non ne sono sicuri; restano nel dubbio. Non sanno se è morto. Il battello che parte è così pieno di buchi che non andrà lontano. Nelle testimonianze raccolte, ciascuno racconta ciò che più sente di dire prima di morire; qualcuno diceva: "mia madre ha venduto tutti i suoi gioelli... mia zia e mio zio hanno venduto tutto... ed eccomi, ecco l'ultima piroga che abbiamo per vivere, ci ha appena abbandonati... vi prego, non lasciate altri andare in Europa". Queste testimonianze sono lasciate nelle quattro bottiglie che formano le boe della piroga. E sarà l'ultimo passeggero vivente che taglierà le quattro boe affinché, delle quattro, almeno una ritorni sulle coste africane».

Ogni tipo di arte umana conserva a prescindere un grande valore intrinseco, ma l'arte di colui che conosce e racconta la sofferenza è più profondamente autentica. Siamo stati anche noi artisti profondamente autentici.


venerdì 5 novembre 2010

LINEAGIALLA - racconti in fila


DAL 3-11-2010 IN TUTTE LE LIBRERIE A SOLI 3 EURO!!!


Da http://www.80144edizioni.it/

Lineagialla – racconti in fila è il nostro nuovo progetto editoriale ideato e sviluppato per tenervi compagnia durante le attese alle poste, in banca, in ambulatorio...
Uno speciale distillato delle centinaia di storie vere o immaginate che riceviamo ogni mese. Soltanto le migliori, in questa antologia di racconti da portarvi appresso ovunque ci sarà da aspettare qualcosa o qualcuno.
Dietro il pretesto giocoso del titolo, è nascosto l’obiettivo che da sempre contraddistingue la nostra casa editrice: quello di scoprire, formare e lanciare nuovi talenti della narrativa italiana. La vostra nuova palestra sarà quindi quella della Lineagialla. Ogni volume della collana conterrà dai sei agli otto racconti di scrittori emergenti, talvolta affiancati da scrittori già affermati in qualità di ospiti.


Aiutateci a diffondere la convinzione che la maniera più gradevole e utile di ingannare il tempo è leggere.

Gli autori del Volume 1
Luisa Sagripanti, Simona De Marchis, Tommaso Rooms, Stefania Bogo, Marcello Nardo, Federico Fascetti

giovedì 4 novembre 2010

Il sogno degli italiani


"I più pericolosi nemici d'Italia non sono gli Austriaci, sono gl'Italiani" Massimo D'Azeglio

giovedì 30 settembre 2010

Futuro e Libertà: bisogna che tutto cambi affinché tutto rimanga com'è


Da profano. Il problema di Fini non è mai stato Berlusconi, ma Bossi. Credo - ma è evidente - che l'insofferenza e la preoccupazione del Presidente della Camera rispetto alla posizione del Senatùr (già condannato, ricordiamolo, per vilipendio alla bandiera italiana) fossero giunte ultimamente all'acme. Soprattutto a seguito degli ulteriori ottimi risultati alle Regionali 2010 ottenuti dalla Lega, che influenza con sempre minor ostacolo la politica del Pdl. E non solo nell'area padana, come molti pensano.

Ecco quindi che l'eterno secondo pidiellino si sbarazza della posizione subordinata all'interno del suo (ormai ex) partito, mantenendo pure la carica: dopo aver cavalcato astutamente l'onda del malcontento per le discutibili direzioni prese dal governo rispetto al suo programma elettorale, in questi ultimi mesi si è circondato di un manipolo di epigoni e ha messo su un partito alternativo dal quale far pesare anche il proprio volere. Attenzione però: alternativo, sì, ma solo al potere decisionale della Lega all'interno della coalizione di maggioranza, non a Berlusconi in sé, che dalla morsa di questa pare riesca sempre meno a divincolarsi.

Per queste semplici ragioni, quindi, chi si aspetta da Fini, Bocchino e Co. ribaltoni, sfiducie o altri pericoli concreti per il Governo Berlusconi IV si metta pure l'anima in pace: Futuro e Libertà non intende far cadere il governo.

lunedì 27 settembre 2010

Generalizzare: deleterio processo cognitivo



Sto maturando una forte idiosincrasia per coloro che hanno l'abitudine di generalizzare. Naturalmente me compreso, quando ci casco. Per esempio, quante volte sentiamo l'incipit "questo è tipico degli italiani..." ? Non è infrequente. E sembra essere socialmente trasversale; direi che è tipico degli italiani dire "questo è tipico degli italiani...". Ecco, appunto! Ad ogni modo, nel momento in cui generalizziamo la nostra immaginazione si polarizza su una determinata realtà, quella che per un motivo o per un altro diviene alla nostra attenzione macroscopica rispetto alle altre, considerate momentaneamente accessorie. Salvo poi constatare, in tutt'altro contesto e magari con più calma, che per ogni situazione o idea che ci colpisce ne abbiamo vissuta o conosciuta un'altra antitetica e ugualmente intensa.

Ributtanti ritornelli come "lo fanno tutti...", "lo dicono tutti..." o "lo sanno tutti che...", nel linguaggio corrente, corroborano spesso il tentativo di convincere altri o se stessi ad avallare o rifuggire un'idea, un'opinione. Essi sono paragonabili a un morgana, un'illusione ottica. Oltre a rappresentare una gabbia mentale per l'interlocutore, poiché alienano la sua conoscenza delle realtà particolari proponendogliele come fossero cloni seriali da non considerare se non in blocco.

In questo modo diventa difficoltoso non tanto controbattere, quanto far realmente comprendere a chi ha appena fatto di tutta l'erba un fascio l'eccessiva eterogeneità degli esempi che accomuna: egli risponderà che le vostre argomentazioni sono marginali, che non intaccano la sua tesi o che, tutt'al più, sono l'eccezione che conferma la regola.

Ecco, basta con queste eccezioni che confermano regole. Qui da noi si è talmente abusato di questo detto che ora l'eccezione sconfessa la regola. O da quest'ultima è confermata, come si preferisce.

sabato 11 settembre 2010

Quanto interessa all'Italia il riscaldamento globale


Negli ultimi anni i mass media hanno giustamente stigmatizzato la mancata ratifica del protocollo di Kyōto da parte, per esempio, degli Stati Uniti, già firmatari con Clinton nel '98 e responsabili di quasi il 40% delle emissioni di gas serra. E l'Italia? Il nostro Paese ha firmato il protocollo nel '98 e lo ha ratificato nel 2002. Ciò significa che ci siamo impegnati a rispettare i parametri dettati dal trattato internazionale, nel quadro di una progressiva riduzione del rilascio dei 6 gas indicati come i maggiori responsabili del riscaldamento globale, ossia:

•biossido di carbonio (CO2)
•metano (CH4)
•protossido di azoto (N2O)
•idrofluorocarburi (HFC)
•perfluorocarburi (PFC)
•esafluoro di zolfo (SF6)

Bene. Dopo un percorso travagliato di quasi due anni tra audizioni, emendamenti e sedute Camera/Senato, il 29 luglio scorso è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 120/2010, ossia il corpus del nuovo codice stradale. In materia di nuove sanzioni ci si accorge però della scomparsa del divieto (presente invece nel testo precedente) di tenere acceso il motore del veicolo per mantenere in funzione l'impianto di condizionamento dell'aria durante la fermata. E le emissioni di CO2? E le direttive del protocollo? Quasi paradossalmente tale divieto rimane invece per la sosta, ed è punito con una multa di 200 euro.
Come dire che, quando parcheggi e te ne vai, non puoi lasciare la macchina accesa e l'aria condizionata inserita.

martedì 31 agosto 2010

Virtualità di un desiderio




Hey!
Hey tu!
Ascoltami.

Cos'è
che continui a inseguire
con tanto desiderio?

Silenzio!
Non posso darti retta ora.
Va' via!

Se riuscissi a vedere
ciò che ancora rincorri
non ti disturberei.

Come, non vedi?
È lì. È ben definita.
E non riesco a toccarla. Lasciami in pace...

Eppure
davanti a te
non c'è più nulla.

Capisco.
Intendi
che non l'arriverò mai.

No.
Voglio dirti
che mi hai già raggiunta.

sabato 14 agosto 2010

Questionario dei 3 giorni per la visita di leva


 Rispondete VERO o FALSO

1. Mi piacciono le riviste di meccanica
2. Ho un buon appetito
3. Mi sveglio fresco e riposato quasi tutte le mattine
4. Penso che mi piacerebbe lavorare come bibliotecario
5. Vengo facilmente svegliato dai rumori
6. Mio padre è una buona persona, o (se suo padre è morto) mio padre è stato una buona persona
7. Mi piace leggere gli articoli di cronaca nera
8. Di solito ho le mani e i piedi abbastanza caldi
9. La mia vita di ogni giorno è piena di cose che mi interessano
10. Sono capace di lavorare come lo sono sempre stato
11. Molto spesso mi sembra di avere un nodo alla gola
12. Sono soddisfatto della mia vita sessuale
13. Le persone dovrebbero cercare di capire i loro sogni, esserne guidate e trarne consiglio
14. Mi piacciono i racconti di spionaggio o polizieschi
15. Lavoro sotto una forte tensione nervosa
16. A volte penso a cose così cattive da non poterne parlare
17. Sono sicuro che la vita mi tratta male
18. Soffro di attacchi di nausea e di vomito
19. Quando inizio un nuovo lavoro cerco di capire a chi è importante essere simpatici
20. Molto raramente soffro di stitichezza
21. A volte ho desiderato molto andare via da casa
22. Nessuno sembra capirmi
23. A volte scoppio a ridere o a piangere senza riuscire a controllarmi
24. A volte sono posseduto dagli spiriti maligni
25. Mi piacerebbe essere un cantante
26. Quando sono nei guai, penso che la cosa migliore sia di non parlarne a nessuno
27. Quando uno mi fa un torto, sento che dovrei fargliela pagare, se possibile, magari solo per principio
28. Ho disturbi di stomaco diverse volte alla settimana
29. A volte mi viene voglia di imprecare
30. Spesso la notte ho degli incubi
31. Mi riesce difficile concentrarmi su un compito o su un lavoro
32. Ho avuto esperienze molto strane e insolite
33. Mi preoccupo raramente della mia salute
34. Mai mi sono trovato nei guai a causa del mio comportamento sessuale
35. Qualche volta, da ragazzo, ho rubato delle cose
36. Ho quasi sempre la tosse
37. A volte mi viene voglia di fracassare qualcosa
38. Ho avuto periodo di giorni, settimane o mesi in cui mi era difficile combinare qualcosa, perché non riuscivo ad incominciare
39. Ho il sonno agitato e disturbato
40. Quasi sempre mi sembra che la testa mi faccia male dappertutto
41. Non sempre dico la verità
42. Se la gente non ce l’avesse avuta con me, avrei potuto avere molto più successo
43. La mia capacità di giudizio è migliore di quanto sia mai stata
44. Una volta la settimana o più spesso, mi sento improvvisamente tutto caldo senza alcuna ragione
45. Sono in buona salute fisica come la maggior parte dei miei amici
46. Se incontro vecchi compagni di scuola o conoscenti che non vedo da molto tempo, preferisco far finta di niente, a meno che non siano loro i primi a parlarmi
47. Non soffro quasi mai di dolori nella regione del cuore o al torace
48. Me ne starei quasi sempre a sognare ad occhi aperti piuttosto che fare qualsiasi altra cosa
49. Sono una persona molto socievole
50. Spesso ho dovuto prendere ordini da qualcuno che ne sapeva meno di me
51. Non tutti i giorni leggo l’articolo di fondo del giornale
52. Non ho vissuto la vita in maniera giusta
53. Spesso sento bruciori, punture, formicolii in alcune parti del mio corpo, o me le sento come se fossero addormentate
54. Alla mia famiglia non piace il lavoro che ho scelto (o il lavoro che intendo scegliere)
55. A volte insisto fino a che gli altri perdono la pazienza con me
56. Vorrei essere felice così come sembrano esserlo gli altri
57. Raramente soffro di dolori dietro al collo
58. Penso che moltissime persone esagerino le proprie disgrazie per ottenere la simpatia e l’aiuto degli altri
59. Sono disturbato da pesantezza di stomaco due o tre volte alla settimana, o anche più spesso
60. Quando sono con la gente, sono disturbato dal fatto di udire cose molto strane
61. Sono una persona importante
62. Ho spesso desiderato essere una donna, oppure (se Lei è una donna) non mi è mai dispiaciuto essere una donna
63. Non sono ferito facilmente nei miei sentimenti
64. Mi piace leggere storie d’amore
65. Di solito sono malinconico
66. Sarebbe meglio se quasi tutte le leggi venissero eliminate
67. Mi piacciono le poesie
68. Talvolta molesto gli animali
69. Penso che mi piacerebbe fare il tipo di lavoro che fa una guardia forestale
70. Vengo facilmente vinto nelle discussioni
71. In questo periodo trovo difficile mantenere la speranza di raggiungere qualcosa nella vita
72. Qualche volta la mia anima lascia il mio corpo
73. Mi manca proprio la fiducia in me stesso
74. Mi piacerebbe essere un fioraio
75. Generalmente sento che la vita merita di essere vissuta
76. Bisogna discutere molto con la maggior parte della gente per convincerla della verità
77. Ogni tanto rimando a domani quello che dovrei fare oggi
78. Piaccio alla maggior parte delle persone che mi conoscono
79. Non me la prendo se vengo preso in giro
80. Mi piacerebbe essere un’infermiera (o un infermiere)
81. Penso che la maggior parte delle persone mentirebbe per farsi strada nella vita
82. Faccio molte cose di cui dopo mi pento (più di quanto sembra lo facciano gli altri)
83. Ho pochissimi litigi con i miei familiari
84. Sono stato sospeso da scuola una o più volte per cattiva condotta
85. A volte provo un forte impulso a fare qualcosa di dannoso o sconveniente
86. Mi piace andare a feste e trattenimenti dove c’è molto chiasso e divertimento
87. Mi sono imbattuto in problemi che si potevano risolvere in così tanti modi da non riuscire a prendere una decisione
88. Credo che le donne dovrebbero avere la stessa libertà sessuale degli uomini
89. Le più dure battaglie sono quelle che combatto con me stesso
90. Voglio bene a mio padre, o (se Suo padre è morto) ho voluto bene a mio padre
91. Soffro poco o niente di spasmi o tremori muscolari
92. Non mi sembra di preoccuparmi per quello che mi succede
93. A volte quando non mi sento bene sono irritabile
94. Molto spesso mi sembra di avere fatto qualcosa di sbagliato o di cattivo
95. Sono quasi sempre contento
96. Vedo intorno a me cose, animali o persone che gli altri non vedono
97. Mi sembra quasi sempre di avere come un senso di pesantezza alla testa o al naso
98. Certe persone sono così prepotenti ed autoritarie che mi sento di fare il contrario di quanto richiedono, anche se so che hanno ragione
99. Qualcuno ce l’ha con me
100. Mai ho fatto qualcosa di pericoloso per il gusto di farlo
101. Spesso sento come se avessi un cerchio stretto attorno alla testa
102. A volte mi arrabbio
103. Mi diverto di più ad una gara o ad una partita quando ci scommetto sopra
104. La maggior parte della gente è onesta soprattutto per paura di essere scoperta
105. A scuola, talvolta, sono stato mandato dal preside per cattiva condotta
106. Il mio modo di parlare è lo stesso di sempre (né più veloce, né più lento, né male articolato, né più rauco)
107. A casa, non mi comporto così bene a tavola, come quando mangio fuori in compagnia
108. Chiunque sia capace e abbia voglia di lavorare sodo ha buone possibilità di successo
109. Mi sembra di essere capace e sveglio quanto la maggior parte delle persone che mi circondano
110. La maggior parte delle persone userebbe mezzi sleali per avere un profitto o un vantaggio piuttosto che perderlo
111. Ho molti disturbi di stomaco
112. Mi piace il teatro
113. So chi è responsabile della maggior parte dei miei guai
114. Qualche volta sono così fortemente attratto da oggetti personali di altri (come scarpe, guanti, ecc.) da aver voglia di toccarli o rubarli, anche se non so cosa farne
115. La vista del sangue non mi fa impressione né mi fa star male
116. Spesso non riesco a capire perché sono così irritabile e di cattivo umore
117. Mai ho vomitato o sputato sangue tossendo
118. Non mi preoccupo di prendere malattie
119. Mi piace raccogliere fiori o coltivare piante in casa
120. Spesso trovo necessario prendere posizione per sostenere ciò che ritengo giusto
121. Mai ho compiuto pratiche sessuali insolite
122. A volte i miei pensieri si susseguono così rapidamente che non riesco ad esprimerli
123. Se potessi entrare in un cinema senza pagare, con la certezza di non essere scoperto, probabilmente lo farei
124. Di solito mi domando quale ragione nascosta può avere una persona per farmi una gentilezza
125. Credo che la mia vita familiare sia piacevole come quella della maggior parte dei miei conoscenti
126. Credo che bisogna far rispettare rigorosamente la legge
127. Le critiche o i rimproveri mi feriscono moltissimo
128. Mi piace cucinare
129. La mia condotta personale è molto condizionata dal comportamento di coloro che mi circondano
130. A volte mi sento proprio inutile
131. Quando ero bambino facevo parte di un gruppo di amici in cui si cercava di rimanere uniti di fronte a qualsiasi tipo di avversità
132. Credo nella vita eterna
133. Mi piacerebbe essere un soldato
134. A volte vorrei attaccar briga e fare a pugni con qualcuno
135. Spesso ho perduto delle occasioni perché non riuscivo a decidermi abbastanza rapidamente
136. Mi spazientisco se qualcuno mi interrompe, per chiedermi consigli o per altri motivi, quando sto facendo qualcosa di importante
137. Avevo l’abitudine di tenere un diario
138. Credo che si stia complottando contro di me
139. Preferisco vincere piuttosto che perdere in un gioco
140. La maggior parte delle notti mi addormento senza che pensieri o idee particolari mi disturbino
141. Durante gli ultimi anni sono stato bene per la maggior parte del tempo
142. Mai ho avuto attacchi improvvisi o convulsioni
143. Non sto né aumentando né diminuendo di peso
144. Credo di essere pedinato
145. Sento di essere stato spesso punito senza ragione
146. Piango facilmente
147. Mi riesce difficile capire bene come una volta quello che leggo
148. Mai mi sono sentito bene come adesso nella mia vita
149. Qualche volta la sommità della mia testa è molto sensibile
150. A volte mi sento come se dovessi fare del male a me stesso o a qualcun altro
151. Mi offendo se qualcuno mi inganna così abilmente che devo ammettere di essere stato preso in giro
152. Non mi stanco facilmente
153. Mi piace conoscere persone importanti perché mi fa sentire importante
154. Ho paura quando guardo giù da un luogo altro
155. Non sarei preoccupato se qualcuno dei miei familiari si trovasse nei guai con la legge
156. Mai sono felice a meno che non sia in giro o in viaggio
157. Non mi preoccupa ciò che gli altri pensano di me
158. Mi fa sentire a disagio mettermi in mostra ad una festa, anche se gli altri lo fanno
159. Mai sono svenuto
160. Mi piaceva andare a scuola
161. Devo lottare frequentemente per non mostrare la mia timidezza
162. Qualcuno ha cercato di avvelenarmi
163. I serpenti mi fanno poca o nessuna impressione
164. Raramente o mai ho sofferto di vertigini
165. La mia memoria sembra buona
166. Il sesso mi preoccupa
167. Mi riesce difficile attaccare discorso con persone che ho appena conosciuto
168. Ho avuto periodi in cui svolgevo delle attività senza poi ricordarmi ciò che avevo fatto
169. Quando mi annoio mi piace trovare qualcosa di eccitante da fare
170. Ho paura di impazzire
171. Sono contrario a fare l’elemosina ai mendicanti
172. Spesso mi accorgo che le mani mi tremano quando provo a fare qualcosa
173. Posso leggere a lungo senza stancarmi gli occhi
174. Mi piace studiare e leggere argomenti riguardanti il mio lavoro
175. Molto spesso mi sento fiacco
176. Poche volte ho mal di testa
177. Le mie mani non sono diventate pesanti o impacciate nei movimenti
178. Talvolta quando sono imbarazzato, comincio a sudare e ciò mi dà molto fastidio
179. Non ho difficoltà nel mantenere l’equilibrio mentre cammino
180. C’è qualcosa che non va nella mia mente
181. Non soffro di attacchi di febbre da fieno o di asma
182. Ho avuto crisi in cui non potevo controllare i miei movimenti o la parola, ma capivo quello che succedeva intorno a me
183. Non mi piace ogni persona che conosco
184. Sogno ad occhi aperti molto di rado
185. Vorrei non essere così timido
186. Non mi disturba maneggiare il denaro
187. Se fossi un giornalista mi piacerebbe scrivere cronache teatrali
188. Mi piacciono diversi tipi di gioco e svago
189. Mi piace flirtare, amoreggiare
190. I miei familiari mi trattano più da bambino che da adulto
191. Mi piacerebbe fare il giornalista
192. Mia madre è una buona persona, o (se Sua madre è morta) è stata una buona persona
193. Quando cammino sto molto attento a non calpestare le fessure sul marciapiede
194. Mai ho avuto sfoghi della pelle che mi abbiano preoccupato
195. C’è pochissimo affetto e solidarietà nella mia famiglia, in confronto alle altre famiglie
196. Sono spesso preoccupato per qualcosa
197. Penso che mi piacerebbe lavorare come costruttore edile
198. Spesso sento voci senza sapere da dove provengono
199. Mi piace la scienza
200. Non mi è difficile chiedere aiuto ai miei amici anche se non posso contraccambiarli
201. Mi piace molto andare a caccia
202. I miei genitori spesso si opponevano al tipo di gente che frequentavo
203. Qualche volta faccio dei pettegolezzi
204. Il mio udito mi sembra buono come quello della maggior parte della gente
205. Qualcuno della mia famiglia ha abitudini che mi irritano moltissimo
206. A volte sento di poter prendere decisioni con un’insolita facilità
207. Mi piacerebbe far parte di molti club, circoli o associazioni
208. Raramente (o mai) mi sento battere forte il cuore o mancare il respiro
209. Mi piace parlare di sesso
210. Mi piace visitare luoghi dove non sono mai stato prima
211. Mi sono ispirato ad un programma di vita basato sul dovere e l’ho seguito scrupolosamente
212. Talvolta ho ostacolato persone che tentavano di fare qualcosa non perché me ne importasse molto, ma per una questione di principio
213. Mi arrabbio facilmente e poi mi passa presto
214. Sono stato del tutto indipendente e libero dal controllo familiare
215. Passo molto tempo a rimuginare
216. Qualcuno ha cercato di derubarmi
217. I miei parenti hanno quasi tutti simpatia per me
218. Ho periodi di tale irrequietezza da non poter stare a lungo seduto
219. Ho avuto delle delusioni amorose
220. Mai mi preoccupo del mio aspetto
221. Spesso sogno cose che è meglio che tenga per me
222. Ai bambini si dovrebbero insegnare le cose più importanti in materia sessuale
223. Non credo di essere più nervoso degli altri
224. Raramente, o mai, ho dolori fisici
225. Il mio modo di agire si presenta ad essere frainteso dagli altri
226. A volte, senza nessuna ragione o perfino quando le cose mi vanno male, mi sento così eccitato e felice da “toccare il cielo con un dito”
227. Non critico le persone che cercano di impadronirsi di tutto quello che possono prendere in questo mondo
228. Ci sono persone che tentano di rubarmi i pensieri e le idee
229. Ho avuto dei momenti di vuoto, in cui le mie attività venivano interrotte e non capivo che cosa succedeva intorno a me
230. Posso essere amico di persone che fanno cose che io ritengo sbagliate
231. Mi piace far parte di un gruppo di persone che si fanno scherzi tra di loro
232. Qualche volta alle elezioni voto per gente di cui so molto poco
233. Trovo difficoltà nel cominciare a fare le cose
234. Credo di essere perseguitato dal destino
235. A scuola imparavo lentamente
236. Se fossi un pittore mi piacerebbe disegnare fiori
237. Non mi preoccupa il fatto di non avere un aspetto migliore
238. Sudo molto facilmente anche nelle giornate fresche
239. Ho piena fiducia in me stesso
240. A volte è stato per me impossibile trattenermi dal rubare o portar via qualcosa in un negozio
241. E’ meglio non fidarsi di nessuno
242. Almeno una volta alla settimana, o più spesso, divento molto eccitato
243. In compagnia mi riesce difficile trovare argomenti di conversazione adatti alle circostanze
244. Qualcosa di emozionante o di eccitante mi solleva quasi sempre il morale quando sono triste
245. Quando esco di casa non sono preso dal dubbio di aver lasciato porta o finestra aperte
246. Credo che i miei peccati siano imperdonabili
247. Una o più zone della mia pelle sono insensibili
248. Non biasimo una persona che si approfitta degli altri se questi la lasciano fare
249. Ho la vista ancora buona come nel passato
250. A volte sono rimasto così colpito dall’abilità di qualche criminale, che ho sperato che gli andasse bene
251. Spesso mi è sembrato che sconosciuti mi osservassero con occhio critico
252. Ogni cosa ha per me lo stesso sapore
253. Ogni giorno bevo un enorme quantità di acqua
254. La maggior parte delle persone si fa degli amici perché possono risultare utili
255. Raramente mi capita di sentire ronzii o rumore nelle orecchie
256. Talvolta mi capita di odiare qualcuno della mia famiglia al quale di solito voglio bene
257. Se fossi un giornalista mi piacerebbe molto fare il cronista sportivo
258. Posso dormire durante il giorno ma non di notte
259. Sono sicuro che si fanno chiacchiere su di me
260. Qualche volta le barzellette sporche mi divertono
261. Sono molto meno pauroso dei miei amici
262. In un gruppo di persone non mi sentirei imbarazzato se fossi sollecitato ad iniziare una discussione o esprimere un’opinione su un argomento che conosco bene
263. Sono sempre disgustato dalla legge quando un criminale viene assolto grazie all’abilità di un avvocato
264. Ho fatto uso eccessivo di bevande alcoliche
265. Di solito evito di parlare per primo agli altri
266. Mai ho avuto guai con la legge
267. Ho dei periodi in cui mi sento insolitamente allegro senza particolari motivi
268. Vorrei non essere infastidito da pensieri relativi al sesso
269. Se parecchie persone si trovano nei pasticci, la miglior cosa che possano fare è di mettersi d’accordo su una versione dei fatti e mantenerla in ogni caso
270. Non mi disturba in modo particolare vedere soffrire gli animali
271. Credo di provare sentimenti più intensi della maggior parte della gente
272. In nessun periodo della mia vita mi è piaciuto giocare con le bambole
273. La vita è quasi sempre una fatica per me
274. Sono così sensibile riguardo a certi argomenti da non poterne parlare
275. A scuola mi era molto difficile parlare davanti alla classe
276. Voglio bene a mia madre, o (se Sua madre è morta) volevo bene a mia madre
277. Mi sento spesso solo, anche quando sono in mezzo alla gente
278. Ottengo dagli altri tutta la simpatia che merito
279. Mi rifiuto di partecipare ad alcuni giochi perché non ci riesco bene
280. Mi sembra di fare amicizia rapidamente come gli altri
281. Mi dà fastidio avere gente intorno
282. Mi è stato detto che cammino durante il sonno
283. Chi tenta gli altri lasciando incustodite cose di valore è da biasimare quasi quanto chi le ruba
284. Penso che chiunque direbbe una bugia per tirarsi fuori dai guai
285. Sono più sensibile della maggior parte delle altre persone
286. La maggior parte della gente, in fondo, si scomoda malvolentieri per aiutare il prossimo
287. Molti dei miei sogni riguardano il sesso
288. I miei genitori e i miei familiari trovano in me più difetti di quanto dovrebbero
289. Mi imbarazzo facilmente
290. Sono preoccupato per questioni d’affari o di denaro
291. Mai sono stato innamorato di qualcuno
292. Qualcuno della mia famiglia ha fatto cose che mi hanno spaventato
293. Non sogno quasi mai
294. Spesso sul collo mi vengono delle macchie rosse
295. Mai ho avuto paralisi o insolita debolezza in qualche muscolo
296. A volte perdo o cambio la voce anche se non ho il raffreddore
297. Mia madre o mio padre mi hanno spesso costretto ad obbedire anche quando pensavo che fosse irragionevole
298. A volte sento strani odori
299. Mi è impossibile mantenere l’attenzione su una data cosa
300. Ho delle buone ragioni per essere geloso di uno o più dei miei familiari
301. Quasi sempre sto in ansia per qualcuno o per qualcosa
302. Perdo facilmente la pazienza con le persone
303. Quasi sempre vorrei essere morto
304. A volte sono così eccitato che mi riesce difficile addormentarmi
305. Ho avuto certamente più motivi di preoccupazione di quanti me ne spettassero
306. A nessuno importa molto di ciò che accade al prossimo
307. A volte il mio udito è così sensibile che mi dà fastidio
308. Dimentico subito quello che gli altri mi dicono
309. Di solito mi devo fermare a pensarci sopra prima di fare qualcosa, anche se di poca importanza
310. Spesso attraverso la strada per evitare di incontrare qualcuno che ho visto
311. Spesso ho la sensazione come se le cose fossero irreali
312. La sola parte interessante dei giornali è quella umoristica
313. Ho l’abitudine di contare oggetti di nessuna importanza, come le lampadine delle insegne luminose e così via
314. Non ho nemici che vogliano veramente farmi del male
315. In genere diffido delle persone che si dimostrano più amichevoli di quanto mi sarei aspettato
316. Ho pensieri strani ed insoliti
317. Divento ansioso e turbato quando devo allontanarmi da casa per un breve viaggio
318. Di solito mi aspetto di riuscire in quello che faccio
319. Odo strane cose quando sono solo
320. Sono stato spaventato da persone o cose, pur sapendo che non mi potevano fare del male
321. Non mi preoccupa entrare da solo in una stanza dove ci sono già delle persone che stanno conversando
322. Ho paura di usare coltelli o altri oggetti molto taglienti o appuntiti
323. Qualche volta provo piacere a far del male alle persone cui voglio bene
324. Riesco facilmente a intimorire gli altri e qualche volta lo faccio per il gusto di farlo
325. Ho più difficoltà degli altri a concentrarmi
326. Parecchie volte ho rinunciato a fare qualcosa perché credevo di non esserne capace
327. Mi vengono in mente parole cattive o perfino terribili e non riesco a liberarmene
328. A volte pensieri di poca o nessuna importanza si fissano nella mia mente e mi disturbano per giorni interi
329. Quasi ogni giorno capita qualcosa che mi spaventa
330. A volte mi sento pieno di energie
331. Ho la tendenza a vedere le cose più difficili di quello che sono
332. A volte ho provato piacere se qualcuno cui volevo bene mi faceva del male
333. La gente dice cose offensive e volgari sul mio conto
334. Mi sento a disagio nei luoghi chiusi
335. Non mi preoccupo particolarmente di come sono o di come sembro
336. Qualcuno controlla la mia mente
337. Alle feste di solito resto in disparte, solo o tutt’al più con un’altra persona, piuttosto che mischiarmi alla gente
338. La gente spesso mi delude
339. Qualche volta mi è sembrato che le difficoltà si accumulassero talmente da non poterle superare
340. Mi piace andare a ballare
341. In certi periodi la mia mente sembra lavorare più lentamente del solito
342. In treno, in autobus, ecc. parlo spesso con estranei
343. Mi piacciono i bambini
344. Mi piace giocare d’azzardo puntando piccole somme
345. Se si presentasse l’occasione potrei fare cose molto vantaggiose per l’umanità
346. Ho spesso incontrato persone ritenute particolarmente competenti, mentre in realtà non lo erano più di me
347. Mi sento come fallito quando vengo a sapere che qualcuno, che conosco molto bene, ha avuto successo
348. Spesso penso: “vorrei tornare ad essere bambino”
349. Non sono mai così felice come quando sono solo
350. Se si presentasse l’occasione potrei essere un buon capo
351. Le barzellette sporche mi imbarazzano
352. Generalmente la gente esige più rispetto per i propri diritti di quanto sia disposta a concederne
353. Mi piacciono gli intrattenimenti e le feste proprio per stare in mezzo alla gente
354. Cerco di ricordarmi le barzellette per poterle raccontare ad altri
355. Una o più volte nella mia vita ho avuto l’impressione che qualcuno mi costringesse, ipnotizzandomi, a compiere determinate azioni
356. Mi riesce difficile interrompere, anche per breve tempo, un lavoro iniziato
357. Molto spesso mi tengo fuori dai pettegolezzi e dalle chiacchiere del gruppo a cui appartengo
358. Ho trovato spesso delle persone invidiose delle mie buone idee, solo perché non ci avevano pensato prima
359. Mi piace l’animazione della folla
360. Non mi preoccupa incontrare estranei
361. Qualcuno ha cercato di influenzare la mia mente
362. Ricordo di aver fatto finta di essere ammalato per evitare qualche impegno
363. Le mie preoccupazioni sembrano svanire quando mi trovo in un gruppo di amici pieni di vita
364. Mi vien voglia di rinunciare subito a quello che sto facendo quando le cose vanno male
365. Mi piace che la gente sappia come la penso
366. Ho avuto periodi in cui mi sentivo così pieno di energia che per alcuni giorni non avevo bisogno di dormire
367. Ogni volta che è possibile evito di stare in mezzo alla folla
368. Tendo a tirarmi indietro di fronte a situazioni critiche o difficili
369. Di solito rinuncio ad eseguire un progetto se gli altri pensano che non ne valga la pena
370. Mi piacciono le feste e i trattenimenti
371. Ho spesso desiderato di essere di sesso opposto al mio
372. Non mi arrabbio facilmente
373. Nel passato ho compiuto delle azioni cattive di cui non ho parlato a nessuno
374. La maggior parte delle persone ricorrerebbe a mezzi illeciti per farsi strada nella vita
375. Divento nervoso se le persone mi fanno domande personali
376. Non mi sento di fare progetti per il futuro
377. Non sono contento di me stesso, così come sono
378. Mi arrabbio quando i miei amici o i miei familiari mi danno consigli su come dovrei vivere la mia vita
379. Sono stato picchiato spesso quando ero bambino
380. Provo fastidio quando le persone parlano bene di me
381. Non mi piace sentire gli altri che esprimono la loro opinione sulla vita
382. Sono spesso in serio disaccordo con le persone che mi sono affettivamente vicine
383. Quando le cose vanno realmente male, so che posso contare sull’aiuto della mia famiglia
384. Mi piaceva fare il gioco della “famiglia”, quando ero bambino
385. Non ho paura del fuoco
386. A volte mi sono tenuto lontano da una persona, perché temevo di fare o dire cose di cui dopo mi sarei potuto pentire
387. Riesco ad esprimere i miei veri sentimenti solo quando bevo
388. Molto raramente ho momenti di malinconia o tristezza
389. Mi viene spesso detto che sono una testa calda
390. Vorrei smettere di preoccuparmi per cose che ho detto e che possono aver ferito i sentimenti di qualcuno
391. Mi sento incapace di dire tutto di me a chiunque
392. I fulmini sono una delle mie paure
393. Mi piace lasciare la gente all’oscuro di quello che sto per fare
394. Spesso i miei progetti mi sono sembrati così pieni di difficoltà da dovervi rinunciare
395. Ho paura di stare solo al buio
396. Spesso sono rimasto male per essere stato frainteso, quando ho cercato di evitare che qualcuno sbagliasse
397. Le bufere mi terrorizzano
398. Spesso chiedo consiglio agli altri
399. Il futuro è troppo incerto perché una persona possa fare seri progetti per l’avvenire
400. Spesso, anche se tutto mi va bene, sento che non mi importa di niente
401. Non ho paura dell’acqua
402. Spesso, prima di decidere qualcosa, devo dormirci sopra
403. Spesso la gente ha frainteso le mie intenzioni quando tentavo di correggerla e aiutarla
404. Non ho difficoltà ad inghiottire
405. Di solito sono calmo e non mi agito facilmente
406. Mi piacerebbe proprio battere un imbroglione con i suoi stessi mezzi
407. Merito severe punizioni per i miei peccati
408. Le delusioni mi colpiscono così intensamente da non potermele togliere dalla mente
409. Mi dà fastidio se qualcuno mi osserva mentre sto facendo un lavoro, anche se so di poterlo fare bene
410. Spesso sono così seccato quando qualcuno tenta di passarmi avanti in una coda, che glielo dico apertamente
411. Talvolta penso di essere un buono a nulla
412. Da ragazzo spesso non andavo a scuola anche quando ci sarei dovuto andare
413. Uno o più dei miei familiari sono molto nervosi
414. A volte ho dovuto trattare male persone sgarbate o fastidiose
415. Mi preoccupo abbastanza per le disgrazie che potrebbero capitare
416. Ho delle convinzioni politiche ben radicate
417. Mi piacerebbe fare il pilota di auto da corsa
418. E’ giusto aggirare la legge, purché non la si violi effettivamente
419. Alcune persone mi sono così antipatiche che dentro di me provo piacere quando vengono punite per qualcosa che hanno fatto
420. Dover aspettare mi rende nervoso
421. Mi può capitare di rinunciare a fare qualcosa, se gli altri mi dicono che la sto facendo male
422. Quando ero giovane ero pieno di entusiasmo
423. Sono solito mettercela tutta pur di averla vinta con chi mi contrasta
424. Mi dà fastidio la gente che mi osserva quando mi trovo fuori, per strada, nei negozi, ecc.
425. L’uomo che si è maggiormente occupato di me quando ero bambino (padre, patrigno, ecc.) era molto severo con me
426. Mi piaceva giocare a “campana” e saltare alla corda
427. Mai ho avuto visioni
428. Ho cambiato parere diverse volte su quale lavoro fare nella vita
429. Evito sempre di prendere medicine o sonniferi senza la prescrizione del medico
430. Spesso mi dispiace di essere così irritabile e di cattivo umore
431. A scuola i miei voti in condotta usualmente erano brutti
432. Mi sento particolarmente attratto dal fuoco
433. Quando sono messo alle strette dico quella parte di verità che probabilmente non mi danneggia.
434. Se mi trovassi nei guai con degli amici e fossimo tutti ugualmente colpevoli, preferirei prendere io tutta la colpa, piuttosto che tradirli.
435. Spesso ho paura del buio.
436. Quando l’uomo è con una donna generalmente pensa a lei da un punto di vista sessuale.
437. Di solito parlo molto chiaramente a quelli che sto cercando di correggere o migliorare.
438. Sono molto preoccupato dall’idea di un terremoto.
439. Mi entusiasmo completamente per una buona idea.
440. Di solito cerco di arrangiarmi da solo piuttosto che chiedere a qualcuno di mostrarmi come si fa .
441. Mi fa paura trovarmi in uno stanzino o in un altro luogo chiuso e stretto.
442. Devo ammettere che talvolta mi sono preoccupato eccessivamente per cose che in realtà non erano importanti.
443. Non cerco di nascondere la scarsa considerazione o la commiserazione che provo per la gente, per evitare che si renda conto dei miei sentimenti.
444. Sono una persona molto nervosa .
445. Ho spesso lavorato con dei superiori che si prendevano il merito di un buon lavoro e invece addossavano ai loro dipendenti la responsabilità degli errori.
446. Qualche volta mi è difficile far valere i miei diritti perché sono molto riservato.
447. Ho paura o disgusto dello sporco.
448. Ho un mio mondo di fantasie di cui non parlo a nessuno.
449. Qualcuno della mia famiglia ha un carattere irascibile.
450. Sono incapace di fare qualcosa di buono.
451. Spesso mi sento in colpa perché fingo di essere più dispiaciuto per qualcosa di quanto lo sia veramente.
452. Di solito difendo con forza le mie opinioni.
453. Non ho paura dei ragni.
454. Il futuro mi sembra senza speranza.
455. I miei familiari e i miei parenti stretti vanno molto d’accordo.
456. Mi piacerebbe portare vestiti costosi.
457. La gente può farmi cambiare opinione facilmente, anche quando ho già preso una decisione.
458. Certi animali mi innervosiscono.
459. Sono capace di sopportare il dolore quanto gli altri.
460. Diverse volte sono stato l’ultimo a darmi per vinto nel cercare di fare qualcosa.
461. Mi arrabbio quando qualcuno mi mette fretta.
462. Non ho paura dei topi.
463. Parecchie volte alla settimana sento come se stesse per accadere qualcosa di spaventoso.
464. Assai spesso mi sento stanco.
465. Mi piace riparare le serrature.
466. Qualche volta sono sicuro che gli altri sanno quello che sto pensando.
467. Mi piacciono le letture di tipo scientifico
468. Ho paura di stare da solo in luoghi vasti e aperti
469. A volte mi sento come se stessi per andare in pezzi
470. Molte persone sono colpevoli di cattiva condotta sessuale
471. Mi sono spesso spaventato nel cuore della notte
472. Sono molto preoccupato perché dimentico dove metto le cose
473. Quando ero bambino, la persona alla quale ero più attaccato e che ammiravo di più era una donna (madre, sorella, zia, nonna, o altra donna)
474. Mi piacciono di più i racconti di avventura che le storie d’amore
475. Spesso divento confuso e mi dimentico quello che voglio dire
476. Sono molto goffo e maldestro
477. Mi piace molto praticare sport violenti (come per esempio il rugby)
478. Odio tutta la mia famiglia
479. Certe persone pensano che sia difficile riuscire a conoscermi
480. Passo la maggior parte del mio tempo libero da solo
481. Quando la gente fa qualcosa che mi fa arrabbiare, faccio in modo che lo sappia
482. Di solito ho molta difficoltà a decidere che cosa fare
483. La gente non mi trova attraente
484. Le persone non sono molto gentili con me
485. Spesso sento di non essere buono come gli altri
486. Sono molto ostinato
487. Mi è piaciuto fumare marijuana
488. La malattia mentale è un segno di debolezza
489. Ho un problema di droga o di alcool
490. Fantasmi o spiriti possono influenzare le persone sia nel bene che nel male
491. Mi sento perso quando devo prendere qualche decisione importante
492. Cerco sempre di essere gradevole anche quando gli altri sono arrabbiati o polemici
493. Quando ho un problema mi è di aiuto parlarne con qualcuno
494. Gli obiettivi principali che mi sono posto nella vita sono alla mia portata
495. Credo che la gente dovrebbe tenere per sé i propri problemi
496. Non mi sento sotto pressione o stress in questi giorni
497. Mi dà molto fastidio pensare di fare dei cambiamenti nella mia vita
498. I miei maggiori problemi sono causati dal comportamento di qualcuno che mi è molto vicino
499. Detesto andare dai medici anche quando sono malato
500. Sebbene non sia felice della vita che conduco, non c’è niente che io possa fare
501. Parlare dei problemi e delle preoccupazioni con qualcuno è spesso più utile che prendere medicine
502. Ho delle abitudini che sono veramente dannose
503. Quando è necessario risolvere dei problemi, in genere lascio che se ne occupino gli altri
504. Riconosco di avere dei difetti che non riuscirò a correggere
505. Non ne posso più di quello che devo fare tutti i giorni e vorrei soltanto lasciar perdere tutto
506. Recentemente ho pensato di suicidarmi
507. Generalmente mi irrito molto quando la gente interrompe il mio lavoro
508. Spesso sento di poter leggere nella mente degli altri
509. Dover prendere decisioni importanti mi rende nervoso
510. Mi dicono che mangio troppo velocemente
511. Una volta alla settimana, o più spesso, sono alticcio, fatto o ubriaco
512. Nella mia vita ho avuto una perdita tragica e so che non riuscirò mai a superarla
513. A volte mi arrabbio talmente da non capire più cosa mi sta succedendo
514. Quando le persone mi chiedono qualcosa mi è difficile dire di no
515. Mai sono così felice come quando sono solo
516. La mia vita è vuota e senza significato
517. Mi è difficile mantenere un lavoro
518. Ho fatto un sacco di grossi errori nella mia vita
519. Mi arrabbio con me stesso perché sono così arrendevole con gli altri
520. Ultimamente ho pensato molto al suicidio
521. Mi piace prendere decisioni e assegnare dei compiti ad altri
522. Anche senza la mia famiglia so che ci sarà sempre qualcuno che si prenderà cura di me
523. Detesto fare la coda al cinema, al ristorante o per un avvenimento sportivo
524. Nessuno lo sa, ma ho tentato di uccidermi
525. Tutto sta andando troppo velocemente intorno a me
526. So di essere un peso per gli altri
527. Dopo una brutta giornata di solito ho bisogno di bere qualche bicchierino per rilassarmi
528. Gran parte delle difficoltà che ho sono dovute alla sfortuna
529. A volte mi sembra di non poter smettere di parlare
530. A volte mi taglio o mi procuro delle ferite volutamente, senza sapere perché
531. Mi impegno molte ore anche se il mio lavoro non lo richiede
532. In genere mi sento meglio dopo un bel pianto
X533. Dimentico dove lascio le cose
534. Se potessi vivere di nuovo la mia vita, non la cambierei molto
535. Mi irrito molto quando le persone su cui faccio affidamento non svolgono in tempo il loro lavoro
536. Se mi arrabbio sono sicuro che mi verrà mal di testa
537. Mi piace condurre una trattativa difficile
538. La maggior parte degli uomini è infedele alla propria moglie di quando in quando
539. Ultimamente ho perso la voglia di risolvere i miei problemi
540. Quando ero ubriaco, mi è capitato di arrabbiarmi e rompere mobili o piatti
541. Lavoro meglio quando ho una scadenza precisa
542. Mi sono talmente arrabbiato con qualcuno che mi sono sentito come se stessi per esplodere
543. A volte mi vengono in mente pensieri terribili sulla mia famiglia
544. La gente mi dice che ho dei problemi con l’alcool, ma io non sono d’accordo
545. Ho sempre troppo poco tempo per portare a termine ciò che devo fare
546. In questo periodo i miei pensieri sono rivolti sempre più spesso alla morte e alla vita dopo la morte
547. Spesso raccolgo e conservo oggetti che probabilmente non userò mai
548. A volte mi sono arrabbiato così tanto che mi sono picchiato con qualcuno, facendogli del male
549. Ultimamente mi sento giudicato per ogni cosa che faccio
550. Attualmente ho poco a che fare con i miei parenti
551. A volte mi sembra di sentire pronunciare a voce alta i miei pensieri
552. Quando sono triste la compagnia degli amici può sempre tirarmi su il morale
553. Molto di ciò che mi sta succedendo ora sembra essermi già capitato prima
554. Quando la vita diventa difficile, mi viene voglia di darmi per vinto
X555. Non posso entrare da solo in una stanza buia anche se sono a casa mia
556. I soldi mi preoccupano molto
557. L’uomo dovrebbe essere il capo della famiglia
558. L’unico posto in cui mi sento rilassato è casa mia
559. Le persone con cui lavoro non comprendono i miei problemi
560. Sono soddisfatto di quanto guadagno
561. Di solito ho abbastanza energia per fare il mio lavoro
562. E’ difficile per me accettare complimenti
563. Nella maggior parte dei matrimoni uno o entrambi i coniugi sono infelici
564. Quasi mai perdo il controllo di me stesso
565. In questo periodo devo fare un grande sforzo per ricordare che cosa mi dice la gente
566. Quando sono triste o malinconico il mio lavoro ne risente
567. Nella maggior parte delle coppie, i coniugi non mostrano grande affetto l’uno verso l’altro

martedì 27 luglio 2010

Il credente automa


Premessa: scrivo queste brevi riflessioni da agnostico

È giusto dirsi di religione cristiana  senza aver mai nemmeno letto la Bibbia (o almeno il Nuovo Testamento)? Non dico senza conoscere il contesto storico in cui il cristianesimo si sviluppò; mi fermo (e non basterebbe) al suddetto testo sacro. Ognuno risponda ciò che vuole. Io dico di no. Perché allora potrei definirmi comunista senza aver letto almeno Marx ed Engels; anarchico senza aver mai aperto un libro di Proudhon, Bakunin o Malatesta; nichilista senza conoscere Turgenev o aver preso coscienza di cosa fosse quello russo o quello di cui scriveva Nietzche. E non che basti il solo teorizzare, anzi. Insomma, potrei dire di esser ciò che voglio se penso che basti un'infarinatura. E che quell'infarinatura esprima bene o male ciò che ritengo corretto in quel momento. 

Ad ogni modo, tornando alla religione, mi chiedo quanto i massimi esponenti dei vari credi - mi mantengo sul generale - tengano alla qualità dei propri fedeli. Credo che se davvero importasse loro questo e facessero una scrematura, di degni credenti se ne terrebbero meno di un quarto ciascuno rispetto agli attuali. Di tutti gli altri non si può nemmeno dire che siano farisei, perché almeno questi le scritture le conoscevano: attaccavano Gesù perché credevano che le trasgredisse; e lui giù a spiegargli che il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato.

L'unico aggettivo che mi viene in mente per definire coloro che non hanno una buona conoscenza di ciò in cui millantano di credere è indifferenti. Potrei dire superficiali ma dico indifferenti, perché non compiono nessuno sforzo mentale e non si pongono alcuna vera domanda che li porti lontano da quella fede che accettano pigramente. Essi non soccombono mai al dubbio, e non perché la loro spiritualità sia così radicata da salvarli, ma perché sono talmente lontani dall'avere una fede che non capiscono l'importanza di metterla in discussione. D'altra parte, sono talmente inquadrati nelle convenzioni da guardarsi bene dall'ammettere la propria ignoranza.
Così non sono né carne né pesce.

mercoledì 14 luglio 2010

Pesci rossi nella boccia


Chissà cosa pensava del'homo technologicus Chris McCandless mentre se ne stava dentro il Magic Bus, durante le buie e fredde serate solitarie nei boschi dell'Alaska. Fisicamente lontanissimo dalla civiltà, ma ancor più mentalmente. Lui che per mangiare aveva scelto di cacciare e raccogliere vegetali commestibili invece di scendere al supermercato sotto casa; che per scaldarsi aveva imparato ad accendersi un fuoco invece di pagare bollette all'azienda statale data in gestione a privati; che aveva scelto il nomadismo come parte integrante di una cultura della conoscenza al posto della stanzialità, perché la stasi sa di morte; che ha espresso così tanta passione, amore e religiosità in ogni suo atto da eguagliare e superare il più buon esempio che uno qualsiasi dei credi presenti al mondo possa offrire.
Aveva trovato il buon nascondiglio, come direbbe Paloma, la dolcissima bambina protagonista de "L'eleganza del riccio".

È vero, il modello di vita che conduciamo - e che abbiamo ereditato - ci offre mille comodità. Ma non può alienarci un paio di cavalli di Troia, che appaiono insignificanti solo se considerati in un arco di tempo breve: la ripetitività e la noia. La loro lenta e inesorabile azione nel cervello arriva infine a concentrare l'esplosività della nitroglicerina. Esse agiscono come il più subdolo dei virus che neutralizza i sistemi di difesa dell'organismo. Così, quando finalmente ti desti per opporti e pensi di ritrovare la spada al solito posto, ti accorgi amaramente che lì non c'è più.
La tecnologia moderna, quella che ha l'obiettivo di eludere la fatica, ci separa ogni giorno di più. Arriveremo ad avere un pianeta ciascuno, senza trovare la volontà di metterlo in comunicazione con gli altri.
Cara dolce Paloma, so cosa pensi del futuro: saremo dei pesci rossi dentro una boccia, a cui va cambiata l'acqua ogni tanto. Altrimenti muoiono nelle proprie scorie.

martedì 22 giugno 2010

L'istante: unità di misura dell'esistenza


"Non c'è altro che un istante. E noi, in realtà, ci siamo sempre dentro", dice uno dei personaggi incontrati dall'onironauta nel film Waking life (2001, regia di Richard Linklater). Come contraddirlo? Per comprendere meglio il concetto di istante all'interno di un'esistenza basta prendere una foto. Cos'è infatti questa se non la cattura di un infinitesimale segmento di vita? Un frangente irreversibile, irripetibile e casuale. In effetti, guardarsi in una vecchia foto è un po' come trovarsi di fronte all'immagine di un morto; nel senso che si contempla una persona che non c'è più, che non sarà mai più nel modo in cui è stata immortalata. Una foto ha il vincolo di richiamare soltanto il passato, eternizzando però un preciso presente. Al suo interno si cristallizzano delle circostanze che, anche se inanimate, non sono più soggette all'evoluzione che impone lo scorrere del tempo.
In un certo senso, l'attimo potrebbe dirsi l'unità di misura dell'esistenza. Un'unità che è impossibile calcolare aritmeticamente se non attraverso l'attribuzione di valori e convenzioni. Alla sua rappresentazione si è ispirato l'Impressionismo (e Giorgione tre secoli prima), la corrente pittorica forse più nota e apprezzata, gli esponenti della quale colsero presto l'importanza e le implicazioni storiche e filosofiche della fotografia (allora da poco inventata) riprendendo il concetto di raffigurazione dell'attimo e trasponendolo, con tecniche per quel tempo innovative, su tela. Monet arrivò a dipingere anche più di due tele insieme in una precisa fase del giorno, per non perdere l'effetto che una determinata gradazione di luce distribuiva sul paesaggio.

In generale, ogni essere vivente ha a disposizione un numero indeterminato e consecutivo d'istanti in uno spazio sondabile finito, ancorché vastissimo, e una coscienza in un corpo che si deteriora. Tutto è soltanto presente, perché solo questo è in tempo reale. La proiezione del futuro è plasmata dalle speranze, il numero delle quali decresce secondo il susseguirsi degl'istanti che compongono l'esistenza.

giovedì 17 giugno 2010

Sulla decadenza


La condizione che precede la fine di un ciclo, all'interno della quale tutto sembra essere permesso. Crocevia di un numero imprecisato di correnti interne, quasi tutte più o meno deleterie: nostalgia di un passato idealizzato, scarsissima percezione della moralità, progressiva perdita dei freni inibitori, corruzione dilagante, mancanza di stimoli, irrequieta attesa di qualcosa che non si ha la volontà sufficiente di creare o raggiungere. Scenario in cui ci si agita in uno stagnante e reiterato presente con un atteggiamento marcatamente fatalista e una coscienza nichilista: un cullarsi sicuri nell'insicurezza generale. È la decadenza.
Ed è interessante osservare gli esseri umani vagare all'interno delle sue spirali. Paradossalmente ridono di più.

La Venezia di fine '700 è uno degli esempi dell'accezione di decadenza che m'affascina; "L'Italia del Settecento", uno dei libri della collana della Storia d'Italia di Montanelli (e Gervaso in questo caso), ne dà un'idea spassosa nel capitolo "Venezia. Fasto e feste":

Quanto più stringeva i freni del suo controllo politico, tanto più questo regime poliziesco li allentava in fatto di costumi. Il fenomeno è tipico degli autoritarismi che nascono nel puritanesimo e muoiono nella dissolutezza, e del resto ha la sua logica: i piaceri compensano l'oppressione e contribuiscono a sopportarla.

Svuotata di tutta la sua potenza marittima commerciale e militare, la Serenissima, alla fine del secolo dell'Illuminismo, sapeva benissimo d'esser oramai prossima terra di conquista. In attesa degli eserciti della prima campagna d'Italia di Napoleone, che non solo la conquisterà ma  la svenderà agli Asburgo col Trattato di Campoformio (il che provocherà le ire di molti patrioti, tra i quali Foscolo, la profonda delusione del quale possiamo leggere nelle epistole di Jacopo Ortis), si proteggevano strenuamente i privilegi dell'aristocrazia del Libro d'Oro e si permetteva praticamente ogni tipo di distrazione al popolo.

In tutti i paesi d'Europa - continua "L'Italia del Settecento" - la follia del Carnevale durava pochi giorni; qui, se ne gode la stravaganza sei mesi all'anno (...) Ne avevano bisogno anche i nobili, che un ipocrita conformismo obbligava tutt'ora a una certa austerità. Essi non potevano, ad esempio, frequentare locali pubblici, né mostrarsi con donne, così come le loro signore non potevano andare in giro senz'accompagnamento di cavalier servente e valletti. Il Carnevale liberava tutto da queste pastoie. Il tabarro e la bautta parificavano ceti e sessi. Che bastassero a nascondere l'identità ne dubitiamo. Ma era regola, da tutti scrupolosamente osservata, che nessuno riconoscesse nessuno (...) Il palazzo patrizio non poteva impedire l'accesso a chiunque si presentasse mascherato (...) Sotto il coperto della bautta la monaca poteva uscire dal chiostro e la grande dama entrare in taverna. Per le autorità l'unica vera preoccupazione era il gioco. Tutti erano contaminati da questo demone, che non si scatenava solo a Carnevale (...) il più celebre casinò era il Ridotto. Il governo lo teneva in vita perché era la sua più ricca fonte d'introiti. Ma si rese conto che inghiottendo i patrimoni della nobiltà esso la indeboliva, e nel 1774 ne decretò la chiusura (...) I rimedi furono presto trovati: visto che il Ridotto era abolito, tutto si trasformò in Ridotto. Qualche donna rimasta a corto di denaro, per poter continuare a giocare e a divertirsi, si presta apertamente al piacere di chi la vuole.

Vi sono anche esempi che sfiorano il grottesco, in cui un certo tipo di decadenza ne denigra un altro. È il caso di Hitler, che nel suo Testamento  fa riferimento all'irrevocabile decadenza delle razze latine. Fa effetto detto da uno che alcune ore dopo si sarebbe suicidato. Ad ogni modo, se solo avesse sfogliato Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani di Leopardi  (scritto nel 1824 e pubblicato nel 1906), avrebbe avuto un quadro più completo:

I popoli meridionali superarono tutti gli altri nella immaginazione e quindi in ogni cosa, a’ tempi antichi; e i settentrionali per la stessa immaginazione superano di gran lunga i meridionali a’ tempi moderni. La ragione si è che a’ tempi antichi lo stato reale delle cose e delle opinioni ragionate favoriva tanto l’immaginazione quanto ai tempi moderni la sfavorisce. E però in pratica l’immaginazione de’ popoli meridionali era tanto più attiva di quella de’ settentrionali quanto è ora al contrario, perché la freddezza della realtà ha tanta più forza sulle immaginazioni e sui caratteri quanto essi sono più vivi e più caldi. E certo le nazioni settentrionali, e massime il popolo, sono molto più paragonabili e simili oggidì alle antiche che non sono le nazioni, e massime il popolo, del mezzogiorno, laddove è pur certo che dovendo sceglier tra i climi e tra i caratteri naturali dei popoli una immagine dell’antichità niuno dubiterebbe di scegliere i meridionali, e i settentrionali viceversa per immagini del moderno.

Come non citare, infine, la corrente letteraria decadentista nata nella Parigi dell'ultimo quarto del XIX sec.? Proprio mentre la borghesia positivista riedificava a sua immagine e somiglianza il pianeta, inoculandogli quelle caratteristiche oggi ipertrofiche e asfissianti, gli intellettuali Decadentisti poetavano, dipingevano e musicavano il malessere della società attraverso il loro personale.

La decadenza come evento antropologico è senza dubbio un fenomeno strutturale. Ed è affascinante constatare come trasformi totalmente l'approccio alla vita dell'essere umano più risoluto, e come pieghi i valori caratteristici di un individuo magnanimo. È uno stato di stanchezza mentale, di rigetto più che di assimilazione, su cui è impossibile fare una previsione di durata. Uno stato in cui l'individualismo arriva a livelli parossistici attraverso la reiterata visione strumentale dei rapporti interpersonali.

In conclusione, la decadenza è l'orchestrina del Titanic che suona fin quando l'acqua non la travolge. Un po' come la crisi, che molto spesso è "tutt'altro che folle, è un eccesso di lucidità". Sarà lei, prima della morte, a regalarci quell'ultima gelata sensazione proveniente dalla rivelazione della verità?

domenica 6 giugno 2010

"Conversazioni con un gargoyle": 2° posto alla XII edizione del Premio Letterario Internazionale Mondolibro


Fulmine a ciel sereno (neanche troppo)! Stamattina vado su http://www.mondolibro.net/ per vedere i risultati del concorso indetto dallo stesso sito, e mi ritrovo al secondo posto della "Sezione C: Narrativa edita". Pensate gli altri libri! Scherzo ovviamente! Ecco il link al sito coi responsi del concorso:



venerdì 28 maggio 2010

Questa non è la contessa di Castiglione


In rete ho visto spesso il dipinto di questa donna accostato al nome di Virginia Oldoini, nota alle cronache risorgimentali come la contessa di Castiglione. È un errore. In realtà si tratta di Madame "Barbe" Dmitrievna Mergassov Rimsky-Korsakova eternata nella sua bellezza dal pittore Franz Xaver Winterhalter; il quadro è esposto nel museo più bello che abbia visitato finora, il Musée d'Orsay di Parigi. Il mistake si è riproposto anche nell'ultima puntata stagionale (purtroppo!) de Le storie, noto e interessantissimo programma culturale di Raitre condotto da Corrado Augias.

La Rimsky-Korsakova detta, pare, la Venere Tatara, fu una contessa russa trasferitasi a Parigi in giovane età. Qui probabilmente conobbe l'altra contessa, quella di Castiglione, spedita da Cavour alla corte di Napoleone III per dissuaderlo a contribuire alla causa piemontese. A dispetto dell'importanza quasi decisiva che molti hanno dato e danno alla Oldoini e alla sua opera di plagio dell'Imperatore francese, il suo ruolo viene oggi fortemente ridimensionato dallo storico Adriano Varengo nel suo ultmo libro, Cavour.

lunedì 24 maggio 2010

Uno strano ambasciatore




Il gatto indugia stabile sulle zampette, poi guarda Vitangelo e miagola. È il segnale della sera. L'uomo sorride e ricambia con un cenno della testa. Immediatamente, il felino scivola lungo il cornicione e balza sul suo terrazzo; lui lo accarezza, sfilandogli l'ormai consueto messaggio dal vecchio collarino indaco:

Vitangelo, non smetterò mai di ringraziarla per quello che fa. Avrei bisogno solamente di una rosetta, due mele e una saponetta. Grazie infinite! Alda.

L'uomo prende un lungo respiro, lascia il grazioso messaggero bianco a gironzolare per il terrazzo ed entra in casa. Assorto, si dirige verso il piccolo disimpegno e s'infila le scarpe. Prima di varcare l'uscio della porta chiama Paola:
«Amore, fai mangiare qualcosa al micio lì fuori, per favore».
Non ha ancora finito di parlare e già si ritrova nell'angusto ascensore; il supermarket è giusto sotto casa, ma alle sette passate teme di non trovar più quel poco che la professoressa Alda desidera.
Non ci sono chissà quante persone in fila all'unica cassa aperta, mentre Vitangelo imbusta l'ultima mela. Gli è andata di lusso per oggi, tanto che sente i muscoli del viso rilassarsi. Non si è attenuto, ovviamente, a quella striminzita lista; ha provato a usare l'immaginazione: cos'altro potrebbe servire a un'anziana e sola signora che si muove a stento? Così, pensa che ti ripensa, la busta s'è fatta bella pesante.
Esce con il passo lento e i suoi pensieri sprofondano nell'aria malinconica della sera, che da qualche anno gli è divenuta lieta; e poco importa se la professoressa Alda abita al sesto piano di un palazzo senza ascensore perché, almeno, arrivare fin lassù lascia il tempo a un pinco pallino qualunque, che lavora di braccia dalle otto alle quattro, una graditissima fetta di tempo per riflettere. Infatti gli ci vuole poco, tra una rampa di scale e l’altra, per tornare con la mente al bizzarro inizio di tutta quella storia, alle parole scritte sul primo bigliettino appioppatogli per caso da quel micio bianco che, gironzolando per i tetti, l'aveva puntato:

Salve o tu che leggi! Vengo da parte di una persona curiosa di sapere cosa succede al di là delle sue mura. Da tempo, questa persona, è impossibilitata a muoversi. Non ha televisore, e ciò prova che non tutto gli va male. Solo molti libri. Dunque, che mi dici del mondo, gentile sconosciuto?

Un inizio stravagante, sì, ma in fondo così sincero da non lasciare indifferente quel pinco pallino. Seguì un tempo relativamente breve in cui, sempre tramite il curioso ambasciatore, vi fu uno scambio per così dire epistolare, a un certo punto del quale Vitangelo capì che doveva agire di più e scrivere di meno. E intese ciò ancora meglio quando, una sera, conobbe finalmente di persona la professoressa Alda e tutti i suoi libri, che in quella piccola casetta sembravano aver figliato. Lui, che in vita sua ne avrà letti sì e no tre, di libri, uno dei quali nemmeno per intero. Da allora, tra conversazioni dal sapore filosofico e classici letti e riletti sotto le pazienti e benevole indicazioni dell'anziana professoressa, il mondo, da piccolo e ripetitivo, per Vitangelo iniziò ad allargarsi smisuratamente. Se ne era perse di cose belle, pensava sempre più spesso. Ora, era ormai tardi?

Ed eccolo infine, trafelato e con quell'abnorme punto interrogativo davanti alla porta della signora Alda. Suona il campanello e dopo qualche minuto, tra un sorriso sdentato e un abbraccio della donna, entra in casa.

«Dio mio Vitangelo, quante cose hai preso! Ma da dove sei caduto figlio mio! Se non ci fossi tu io... io... ».
«No, no! Adesso non pianga eh! Per favore non pianga professoressa. Se lo ricorda? Il nostro è un patto: se lei è malata non c'è problema, può chiamarmi quando vuole. Invece io ho una grave... ehm... mancanza culturale, che è come avere una malattia. Quindi, per me venire qui è come una terapia! Com'era? Ah! Do ut des! Una domanda: ora che il telefono le funziona di nuovo, perché non mi ha chiamato sul cellulare? Forse non vede bene il numero che le ho scritto?».
«Hai ragione! Lo so che è più pratico. Il fatto è che trovo così poetico affidare i miei messaggi a Bastet che...».
«Ah! Ecco come si chiamava! Bastet! Beh, non si offenderà mica se la chiamo micia...».
«Certo che sì! È permalosa come una dea! Ma dimmi un po', come sta tua figlia?».
«Paola? Oh, molto meglio. Sa... mi sembra che si stia riprendendo. Dopo la separazione, come gli dicevo l'altra volta... ».
«Le dicevo! Che sono diventata un uomo? ».
«Ah, giusto... come le dicevo l'altra volta, non voleva sapere più nulla della madre. Invece, ieri, si sono sentite per telefono. Incrociamo le dita, professoressa! ».
«Povera ragazza! Mi dicevi che cerca di non farti mancar nulla. Dev'essere dolcissimo vederla prodigarsi per te».
«Sì... ma volte non è il massimo vedere come nasconde il dolore…».
«Sai... non pensare che voglia approfittare della tua bontà, ma vorrei tanto conoscerla, tua figlia».
«È buffo! Non gli ho ancora parlato di lei... ».
«Le! ».
«Uff... mi dà uno schiaffo? ».
«E perché?».
«Così me lo ricordo!».
«Sei troppo alto! Continua…».
«Dicevo che non le ho detto niente di lei... voglio dire... Paola mi vede leggere, uscire all'improvviso la sera, eppure non dice nulla. Chissà perché... ».
«Non è che ti imbarazza dirglielo?».
«Mah... solo non vorrei che mi reputasse uno stupido. Sa... sapere perché ho cominciato a mettermi davanti un libro alla mia età, quando non mi ci aveva mai visto. Sciocchezze del genere insomma. Chissà cosa penserebbe?».
«Scherzi? Ne sarebbe entusiasta!».
«Dice? Beh, proverò a parlargl… parlarle. Ah! professoressa, come mi vede da fuori? Nel senso... cosa pensa del me che si vede dall'esterno?».
«Noto con piacere che stai ancora leggendo Pirandello! Ti piace, eh?».
«Destabilizzante! È così che si dice, no? Il tipo della storia ha anche lo stesso nome mio, e chi se lo immaginava! Pensavo di essere l'unico con questo nomaccio! Bene professoressa, scappo, che conoscendo Paola starà sicuramente preparando la cena».
«Va bene Vitangelo. Eccoti i soldi della spesa...».
«Non esiste professoressa. Scappo. Davvero. Buonasera e ci vediamo presto».
«Aspetta, aspetta! Che io non posso mica correrti dietro! Prendili su!».
«Infatti non deve corrermi dietro... Ah! Al volo... è riuscita a sentire suo figlio? Ho provato in questi giorni a chiamarlo, ma il suo cellulare è sempre irraggiungibile».
Alda ondeggia il capo da sinistra a destra e abbassa gli occhi amareggiata. Vitangelo se ne torna piano piano verso casa. Serio. Seduto a tavola, dice a se stesso "Ma sì, perché no?". Poi abbassa il volume della tv:
«Sai Paola, hai presente il micio bianco qui fuori...».



giovedì 20 maggio 2010

Ode al foglio bianco



Su un triclinio fatiscente
adagiato  
danza al ritmo
dei sospiri dell'aria.

Il bianco s'infuoca
al dialogar col sole
che balzando dalla finestra,
riscalda le ispirazioni.

Amico mio,
sei per me la più viva
tra le cose inerti;
placenta delle mie idee;

esile ponticello tra vette solitarie.
Possa tu
raccontar di me
ciò che la mia bocca non osa.

Mi riprometto
nelle azioni
di somigliarti.
Come per tradizione zen

il cerchio:
perennemente vuoto,
perché sempre pronto
a esser riempito.

sabato 8 maggio 2010

La Fantasia


Il concetto di fantasia è molto meno oggettivo di quel che si possa pensare. Anzi, direi che è decisamente soggettivo. E non intendo dire che varia da persona a persona, perché questo è quasi ovvio, ma che ogni ambito tende a svilupparne uno proprio.
Ad esempio, ho sentito il Prof. Paolo Legrenzi, ospite a "Le storie", dire:
"La fantasia è la capacità di costruire un mondo diverso da quello in cui siamo in questo momento, un mondo immaginario. Esso non è totalmente scollegato dal mondo reale: attraverso dei vincoli, delle leggi, dei meccanismi, noi possiamo trasformarne quelli che sono gli oggetti. Anche se non con una totale libertà. Il più antico reperto che abbiamo della civiltà umana, di 39 mila anni fa, è una statuetta di un uomo con una testa di leone"


Questa è la definizione di un dottore, uno studioso. Che non è un fruitore di fantasia (almeno non per lavoro): ne studia i meccanismi. Sotto invece, c'è l'idea di uno dei più grandi artisti e designer del XX secolo, Bruno Munari, presente anche nel suo illuminante "Fantasia" (1977):
"La fantasia permette di pensare a qualcosa che prima non c'era, senza nessun limite. Nel senso che posso anche pensare a delle cose non realizzabili praticamente. Essa opera nella memoria facendo delle relazioni tra quello che uno ha imparato e conosciuto. Per esempio il famoso drago che viene colpito da San Giorgio è un animale fantastico. Oppure, se io conosco l'elasticità della gomma e la trasparenza del vetro, posso, mettendole insieme, immaginare un vetro elastico o una gomma trasparente"


Le due definizioni sono simili, anche per gli esempi citati. Però, se Legrenzi non riconosce una totale libertà agli automatismi della fantasia, Munari specifica subito che essa è senza limiti. Il nostro cervello funziona per associazione di idee, ed ergo, una mente creativa, più cose conosce più è potenzialmente in grado di collegarne. Ora, se lo psicologo per "non totale libertà" intende che la fantasia è direttamente proporzionale ai dati a disposizione della memoria, l'artista entra nello specifico di questo scenario finito per sottolineare che le combinazioni possibili tra le cose conosciute sono potenzialmente "senza limiti" e non tutte "realizzabili praticamente". Messe così, le due affermazioni non sono opposte, ma in un certo senso consequenziali. Se invece lo psicologo si riferisce al fatto che, in generale, la creatività del pensiero trae comunque linfa dalle cose terrene, e per questo non è totalmente libera, l'artista, al contrario, intende che è con gli elementi acquisiti in questa realtà che una mente creativa è libera, perché è questo lo spazio in cui vive, pensa e si esprime.

Molto interessante è anche il discorso sulla fantasia attiva e quella passiva. Il Prof. Legrenzi, nella puntata che ho linkato sopra, dice che leggere provoca in noi la produzione di immagini e quindi stimola la fantasia attivamente, perché il testo non può andare comunque oltre la descrizione. Un film, invece, essendo di per sé una sequenza di immagini, è molto meno efficace in tal senso e la sua azione provoca passivamente la nostra fantasia. Sarà per questo che il 90% dei film tratti da libri deludono in larga parte coloro che la storia l'hanno prima letta? Di certo a quel punto diventa difficile far convergere l'immaginazione del regista con la nostra.

Ultimo quesito. Se l'immaginazione è, come dice Munari stesso, la capacità di proiettare nella propria mente l'immagine di una fantasia, endogena o esogena che sia, un libro stimola la fantasia attiva o l'immaginazione attiva?



P.s. Munari ti adoro.