sabato 22 ottobre 2011

Libia - The end is the beginning



Circa sette mesi fa, mentre a Bengasi si festeggiava, scrissi questo post per dire cosa pensavo sulla decisione dei volenterosi dell'Onu d'intervenire in Libia. Quel post lo conclusi con un interrogativo: cosa succederà se i ribelli, nonostante gli aiuti, non dovessero farcela? Bene, con sollievo questa domanda può rimanere inevasa, visto che il Cnt ce l'ha fatta. Su Gheddafi si è scritto, si scrive e si scriverà molto; di attentati, come tutti i dittatori, ne ha subiti molti in questi decenni, uno su tutti quello che ha provocato la strage Ustica (a questo proposito, l'ex leader libico accusò gli Stati Uniti di aver abbattuto il Dc-9 Itavia con un missile - strageustica.it, pag. 1405).

Che la sua morte avrebbe avuto luogo in Libia era quasi sicuro: già a marzo Moustafa Abdel Jalil, capo del Cnt, aveva dichiarato che dopo la vittoria il raìs sarebbe stato giudicato da un tribunale libico per i suoi crimini. Ed era tutt'altro che difficile vaticinare, al di là del concetto di giusto o sbagliato, l'esecuzione sommaria avvenuta il 20 ottobre scorso; i fatti della storia l'insegnano. Perché in definitiva, come scrive Malvino nel suo blog, la vita di un tiranno "... ha sempre giusta soluzione nella morte violenta, checché si dica per buona educazione".

Quando il Colonnello salì al potere - a soli 27 anni - con il celebre colpo di Stato, il mondo era molto diverso. Parliamo del 1969 e, tanto per averne un'idea,
questi sono i principali avvenimenti accaduti durante quell'anno. Vediamo che il 21 luglio - poco più di un mese prima della rivoluzione libica - il mondo festeggiava lo sbarco sulla luna dell'Apollo 11; che a ottobre Willy Brandt diveniva cancelliere della Repubblica Federale Tedesca; che il 3 luglio veniva trovato il cadavere di Brian Jones dei Rolling Stones; ed è curioso notare che il gesto estremo di Jan Palach, lo studente boemo il quale proprio nel '69 si diede fuoco a Praga per protesta contro l'invasione sovietica della Cecoslovacchia, è lo stesso che compie Mohamed Bouazizi nel dicembre 2010, e che innesca poi la cosiddetta Primavera araba.

Da allora il popolo libico ha atteso e sofferto per colpa anche del nostro atteggiamento nimby. Ebbene, per il momento, senza pensare al futuro se non con quella voglia di fare che sempre contraddistingue l'inizio di ogni nuovo ciclo - ché di  problemi ve ne sono molti e di varia natura da affrontare - c'è una buona notizia: la dittatura più longeva è caduta e gli uomini - tutti - si sono finalmente liberati di una delle zavorra più pesanti del mondo moderno.

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