lunedì 22 febbraio 2010

Le mani sulla città



Partiamo dalla fine:

I personaggi e i fatti qui narrati sono immaginari,
è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce.

Tale è il messaggio in calce a questo interessantissimo film-documentario. Sarò disinformato, ma non mi risulta di averlo visto in tv, né penso che l'abbiano passato recentemente; eppure è del 1963. In tal senso, capisco Nanni Moretti quando in una sequenza di Ecce Bombo grida a un qualunquista: "Te lo meriti Alberto Sordi!"; la volontà politica trasversale, senza bandiere e senza tempo, di non trasmettere film denuncia come questo viene tristemente a galla. L'ho scoperto grazie a un breve stralcio mandato in onda nella trasmissione di Augias, "Le Storie" (Raitre).

Ad ogni modo, se vi interessa conoscere le origini della speculazione edilizia nel nostro paese, sedetevi e guardate attentamente questa pellicola, interpretata tra l'altro con un realismo magistrale da attori per lo più sconoscuti alle cronache, Salvo Randone e Rod Steiger a parte. Se non fosse per il bianco e nero e l'atmosfera retrò (che adoro), sembrerebbe quasi di trovarsi di fronte a un'incursione de le Iene con le telecamerine nascoste all'interno di un qualsiasi consiglio comunale, tanta è la passione e l'immedesimazione del cast per tutta la durata del film.

La trama rispecchia una storia che si è ripetuta e si ripete così tante volte nelle stanze segrete dei palazzi governativi, da saturare le periferie delle città in modo disordinato e selvaggio di costruzioni fuori norma, antiestetiche, incomplete, carenti di servizi, prive di strade decenti o mezzi adeguati alla densità abitativa che le colleghino al resto del tessuto urbano. Frutto di favori tra gruppi di potere; non ultimo l'attualissimo affaire degli appalti per il G8 del 2009, dei Mondiali di Nuoto '09, e del Centocinquantenario della Repubblica.

Si narrano, in questo film, le ambizioni e le vicissitudini di un costruttore di Napoli, tale Nottola (Rod Steiger), il quale è contemporaneamente consigliere comunale. Egli intende edificare, tramite affidamento clientelare di appalti, fuori dalle zone previste dal piano regolatore e precisamente in quelle considerate agricole, per comperare a basso prezzo e rivendere con un maggior guadagno. Lo Stato intanto stanzia 300 miliardi per il suddetto piano, e Nottola scatena la sua furia costruttiva/distruttiva. Si arriva però all'inevitabile incidente, che metterà in crisi gli interessi di costruttore ed epigoni vari. Inizia così la sua lotta, appoggiata tacitamente da vari assessori, per rimanere a galla contro una Commissione d'Inchiesta, fortemente voluta dall'ingegner De Vita (del quale non dirò lo schieramento politico), incaricata di mettere le mani nel torbido.
Naturalmente vi risparmio il finale, anche se per intuirlo basta tener presente che oggi godiamo i "frutti" di quel tipo di malapolitica.

Curiosità: nel film viene pronunciata l'espressione mani pulite. Da qui, probabilmente, il nome del maxi processo dei primi anni novanta, più noto come Tangentopoli.

Nessun commento:

Posta un commento